di Gianni Di Quattro                              

Il grande capo era Elserino Piol, l’ambiente quella della Divisione Elettronica in Via Pirelli.
Una parte del primo piano dell’edificio era occupata dal Prof. Lionello Cantoni e dai suoi collaboratori. Il Professore si occupava di ricerca operativa e in sostanza supportava direttamente tutta la organizzazione per la compilazione di studi ed analisi tecnico organizzativi che si preparavano per i clienti, propedeutici alle offerte degli impianti. Spesso il suo ufficio si occupava direttamente di sviluppare software applicativo per clienti. Inoltre, teneva relazioni con il mondo universitario, partecipava a conferenze, in altri termini era un gruppo di consulenza tecnica avanzato.

Lionello Cantoni, un marchigiano che aveva fatto la Normale di Pisa, aveva un incarico universitario presso il Politecnico di Milano, era anche una persona simpatica, colta, piena di humor, di fantasia ed aveva raggiunto alte competenze professionali ed umane senza mai perdere lo spirito goliardico, anzi, se possibile, rafforzandolo. Io ho avuto il privilegio di averlo come amico, come grande amico e sono addolorato che ad un certo punto della vita ci siamo persi. Infine, Lionello è stato il marito di una grande donna, una grande manager e una grande amica come Marisa Bellisario.

Nell’ambiente che faceva riferimento a Lionello Cantoni, dunque, si lavorava senza tregua, ma lo si faceva in allegria e tutti i collaboratori erano felici di questo, evidentemente non era di casa la permalosità. Si può dire che è stato un ambiente umano e professionale irripetibile anche per la giovane età di tutti e per la voglia di tutti di partecipare ad una storia nuova e interessante.

Qualcuno di questi giovani aveva notato che il capo, Elserino Piol, leggeva una enorme quantità di riviste e giornali di settore. Ne arrivavano tanti, gli abbonamenti si sprecavano, in tutte le lingue e da tutte le provenienze, la sua segreteria era sempre subissata da questa grande quantità di carta e il capo assorbiva tutto e poi magari faceva circolare segnalando a tutti articoli, annunci, notizie.

L’idea nacque un giorno in una colazione molto gradevole tra di noi in cui si commentavano persone e abitudini dell’ufficio scoprendo manie e singolarità. Perché non fare un abbonamento a nome del grande capo a Grand Hotel, allora la rivista di fotoromanzi più diffusa tra un pubblico soprattutto femminile e, si diceva, non particolarmente raffinato? Così dalla settimana successiva insieme a serissime riviste americane tecniche la segretaria portava al capo anche Grand Hotel spiegando allo stesso che non sapeva come mai arrivava questa a nome suo. Elserino Piol impose alla segretaria di non portargli più la rivista ma fu peggio, perché la stessa giaceva per giorni presso la segreteria e attirava la curiosità dei tanti collaboratori che vi passavano e che diffondevano sornioni la curiosa notizia.

 

 

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