Cari amici, care amiche,
di fronte alla nostra idea di chiudere il sito, frustrati dal fatto che esso langue, si sono levate voci di delusione e rimpianto, ma anche di comprensione e presa d’atto della situazione. Ci fa piacere rilevare che a olivettiani.org in fondo ancora si tiene e che l’idea di un possibile abbandono dell’arena non lascia indifferenti molti di noi.
Tuttavia notiamo anche, con piacere ancora maggiore, che non sono mancate proposte generose per rivitalizzare il sito e i legami fra noi. Di questo ringraziamo calorosamente i colleghi.
Citiamo, fra le altre le proposte, quelle di costituire una Academy, di pubblicare un libro, di promuovere la formazione di un gruppo whatsapp.
Riteniamo però che queste idee possano rientrare con qualche probabilità di successo nell’ambito di attività dell’Associazione Spille d’Oro cui fa riferimento Flavio Serughetti. Anzi, si potrebbe così produrre un reciproco arricchimento tra olivettiani.org e l’Associazione, di cui del resto sicuramente un buon numero di noi fa parte.
Nel sito Spille d’Oro, in cui fra l’altro olivettiani.org è citato come elemento della galassia ex-Olivetti ed è raggiungibile con un link, manca per la verità uno spazio in cui far confluire idee, opinioni, ricordi ecc.. Ma nessuno ci impedisce di chiedere all’Associazione di prevedere al riguardo una rubrica, tipo “Lettere alle Spille d’Oro”, che oltre tutto aprirebbe spazi anche ai non iscritti.
Particolarmente interessante, per la sua concretezza e la possibilità almeno teorica di essere attuata subito, ci pare la proposta di Giuliano Caldiroli.
Bene, Giuliano, allora vai avanti coraggiosamente col tuo progetto, che tutti ci auguriamo vivamente trovi adeguata sponda tra i colleghi, a cominciare da noi. Perché quello che conta è appunto la partecipazione.
Considerate tutte le varie possibilità di continuità e di sviluppo, diamoci tempo nove mesi (un tempo che ci ricorda qualcosa…) e a luglio 2026 decideremo se vogliamo ancora andare avanti. O chiudere, stavolta per davvero.
Buongiorno,
Già prima che nascesse Olivettiani.org avevo creato, nel 2009, il gruppo LinkedIn Olivettiani di cui è admin anche Mauro Ballabeni.
Ovviamente il gruppo è a disposizione per essere integrato in un progetto complessivo di comunicazione per Olivettiani o affezionati.
Se posso fare qualcosa contattatemi.
Roberto Rossi
3485838139
Buongiorno a tutti : sono felice di poter collaborare a questa iniziativa di proseguire la attività di Olivettiani .org
Quello che mi posso impegnare a fare è quello di realizzare una serie di interviste con persone che come me hanno vissuto in Olivetti . La ” peculiarità” della intervista sarà centrata sul racconto che l’intervistato vorrà raccontare un episodio inedito di cui lui è stato protagonista ( anche insieme ad altri ) . Sarà un po’ come rivivere un piccolo pezzo di una grande storia che tutti ci portiamo nel cuore . Chi volesse essere intervistato , mi può contattare al numero 3483830255 ( anche via whatapp ) e insieme definiremo la storia da raccontare e il tono della intervista . Se sarà tecnicamente possibile alcune storie derivanti dalle interviste , le potremo anche animare con un video. Grazie a tutti quelli che vorranno raccontare qualcosa ……
Bene. Ottimo e abbondante, come diceva del rancio Alberto Sordi nel leggendario film di Monicelli “La grande guerra”. Ottimo certamente, abbondante lo vedremo. Se son rose fioriranno… Grazie comunque
Uno dei motivi di questa crisi di “Olivettiani” è che si sofferma troppo sui passati allori e non analizza mai le cause della ingiustificata fine della Olivetti e dà sempre giustificazione verso l’obsolescenza del top Management che rimase invariato dagli anni ’60 e la sua l’incapacità di prima linea di riuscire a comprendere e far fronte allo spartiacque tecnologico avvenuto dall’avvento del PC perchè la rivoluzione è stata epocale e non compresa e l’Azienda è riuscita a reggere per ancora circa 10 anni entrando in crisi a partire dal 1988, quando iniziò la diffusione di massa del PC basato sui bassi costi dovuti alla componentistica ormai clonabile da tantissime case sorte come funghi su due soli sistemi operativi, IBM ed Apple, quando Olivetti inseguiva ancora prodotti basati su linguaggio macchina, oppure con la risibile linea BCS , mentre a partire da fine anni ’80 scattavano cassa integrazione e dismissioni di rami d’azienda dove a farne le spese furono solo gli operai ed il personale commerciale delle filiali, mentre i dirigenti incapaci , se lasciavano, venivano compensati a peso d’oro.
Rammento come da più parti a metà anni ’80 , quando ancora il PC costava 5000 dollari ed eravamo ancora competitivi, si riteneva il microprocessore quasi spazzatura di basso livello.. errore madornale.
Si era schiavi di un ricordo di un’era ormai tramontata dove per ogni specializzazione occorreva un sistema diverso, il PC ha spazzato via tutto questo (per un periodo relativamente lungo in anni ’80 la creazione di un IBM compatibile, l’M24, riuscì ad attutire la crisi) e non si è stato in grado di produrre una riconversione se non con la geniale intuizione a metà anni ’90 di creare due aziende dal nulla, la Omnitel e l’Infostrada, che però finirono nelle mire dei voraci “Capitani coraggiosi” che riuscirono a svenderle per ricavare un business che sarebbe servito a dare la scalata alle telecomunicazioni a fine anni ’90. A che pro quando le telecomunicazioni le avevamo in casa? Internet era ormai diventato un a realtà e davvero la telefonia avrebbe potuto rappresentare una formidabile riconversione.
Vi fu un processo doloroso in quanto, ricordo benissimo, l’avvento di una parte politica al governo del Paese gestito da una realtà ostile fecero terra bruciata verso la Olivetti (Ricordo le copertine di Panorama in cui si rappresentava il logo Olivetti tutto decrepito e pieno di crepe)
Poi vi fu l’era involutiva in cui l’Azienda si avvitò su se stessa; responsabili o direttori di filiale alquanto disinvolti nel vendere due volte stessi prodotti (si vendeva, poi si trasformava l’ordine in leasing o in pro solvendo alla Olivetti Fin Factoring che due anni dopo ci rigirava il credito) pochi mesi dopo, a cavallo di due anni differenti e consecutivi, incassando gare non dovute, e tutto questo con la complicità del Credit Manager che avvallava tutto mantenendo il piede in due staffe, altrimenti l’avrebbero fatto saltare.
Infine la scelta discutibile di fare a pezzi l’Azienda per poterla cedere al fine di eliminare tutta la forza lavoro, come successe puntualmente fino al 2003 tramite le varie trasformazioni da Ing. C. Olivetti & C. S.p.a, ad Olsy, Wang, Getronics, Agile , Eutelia, ecc.
Ma l’allora Top Management uscì dall’Azienda dopo averla rovinata con prebende d’oro perchè depositari di tanti segreti.