Eravamo un’ottantina, comprese alcune mogli promosse d’ufficio olivettiane ad honorem, al raduno 2016 svoltosi a Milano il 22 ottobre.

E anche colleghi che, oltre che da Milano e Ivrea e rispettivi circondari, venivano da più lontano: un gruppetto addirittura da Palermo, segno indiscutibile di attaccamento alla bandiera. E poi colleghi venuti per la prima volta, e altri che sono ritornati dopo uno o due anni di assenza.

Insomma un successo superiore alle nostre aspettative, peraltro piuttosto ridotte dalla sensazione, alla vigilia, che questa simpatica avventura si approssimasse a una fisiologica fine. Una sensazione che, chissà?, potrebbe aver paradossalmente favorito la grande affluenza.

”Ma non scherzate! Ultimo incontro? Andiamo avanti” ha sussurrato qualcuno. “È veramente un gran segnale se a tanti anni di distanza ci ritroviamo ancora qui con entusiasmo” ha commentato qualcun altro.

Ed effettivamente il raduno, ospitato nella bella sala Liberty dell’Osteria del Treno, dove siamo già stati in passato, è sembrato avere un calore anche superiore alle altre volte. Un anno di più per tutti, certo; qualche assenza che è stata ricordata con commozione e rimpianto; qualche acciacco supplementare tra i meno giovani, ma lo spirito di gruppo sempre molto vitale.

Come sempre, chiacchiere, ricordi, progetti per il futuro (gli olivettiani sono gente che guarda avanti). E un pranzo nel quale quest’anno c’è stata una particolarità. Per dare un piccolo contributo alle vittime del terremoto che ha devastato il Centro Italia dal 24 agosto abbiamo infatti inserito nel menu un primo piatto di spaghetti all’amatriciana, in omaggio appunto ad Amatrice, il cui costo è stato devoluto a questo scopo. La cifra è stata poi arrotondata con una quota dei contributi aggiuntivi che ci sono giunti anche stavolta da molti generosi colleghi a sostegno dell’attività del sodalizio e del sito.

Al termine dell’incontro è stata offerta ai partecipanti una copia del libro Una volta c’era la “Ditta”- Storia di un allievo meccanico diventato dirigente, di cui abbiamo parlato nella sezione del sito dedicata ai ricordi (Collector’s Corner). Si tratta di un’autobiografia del collega Aldo Pagani, tra i decani del nostro sodalizio e figura conosciutissima da molti di noi: il libro è centrato sugli anni della sua presenza in Olivetti dal 1939 al 1974, quando lasciò l’azienda per altre attività professionali senza dimenticare quella entusiasmante esperienza.

Erano presenti al raduno sia l’interessato, sia Cesare Verlucca, editore del libro e olivettiano d’antan anche lui. La distribuzione del libro è stata resa possibile da generosi contributi di colleghi “vicini e lontani” (nel senso che alcuni erano presenti e altri no, ma hanno mandato comunque un contributo).

E per finire in tema, vogliamo anche ricordare la visibile commozione con cui il collega Mario Moncada di Monforte (tra i siciliani presenti) ha letto qualche pagina relativa alla vita in Olivetti, tratta dal suo romanzo autobiografico “La terra promessa … speranza o illusione?”.

… Ce n’è di che augurarci tutti di rivederci l’anno prossimo!

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