Quando, dopo la vendita della Divisione Elettronica Olivetti alla General Electric, Elserino Piol che ne era il Direttore Commerciale passò alla Olivetti (un preciso volere di Roberto Olivetti) per costituire la prima direzione marketing della storia dell’azienda, fu sostituito dal Comandante Giacomo De Sabata.

Giacomo De Sabata, che era fratello del musicista Victor, spadino d’oro alla Accademia di Livorno (primo per tre anni consecutivi), una carriera brillante in Marina, una persona colta, molto formale, riversava al lavoro grande impegno, molto corretto. Aveva una memoria non portentosa e usava tanti foglietti (di colore rosa) disposti strategicamente sulla sua scrivania e correva il rischio, durante una sua assenza anche breve, che qualcuno interessato o in vena di scherzi potesse spostare od addirittura fare sparire qualche biglietto (cosa che effettivamente è capitata) creando situazioni di imbarazzo.

Aveva la passione per i motori e guidava con grande perizia macchine veloci. Aveva comprato in quel periodo una Aston Martin mitica perché resa famosa da Sean Connery, alias James Bond, nel famoso film “Licenza di uccidere”. Era comunque una macchina straordinaria presente nel nostro paese in pochissimi esemplari e ricca di tutta la tecnologia disponibile in quel momento. Con questa potente vettura il Comandante De Sabata era solito divertirsi a correre il sabato e la domenica e spesso faceva Milano Roma calcolando il tempo da casello a casello e di questo se ne parlava spesso il lunedì mattina suscitando la curiosità di tanti, ma bisogna anche dire l’indifferenza di ancora un maggior numero e qualche risolino di pochi.

Una volta siamo andati insieme a visitare un cliente a Monza, c’era una trattativa per passare dal centro meccanografico all’elaboratore. Siamo partiti con l’Aston Martin da Via Pirelli, io ero molto emozionato e si capiva sin dalle prime manovre che il Comandante era un pilota provetto. Arrivati all’inizio di Viale Zara con tutta la fila di semafori davanti per arrivare a Monza, il Comandante mi indica un punto della mia portiera e mi dice “quello è il suo bottone”. All’inizio non ho capito e poi mi rendo conto che si riferiva all’alza cristalli elettrico che quella macchina aveva, a differenza della quasi totalità delle altre vetture in circolazione nelle quali per alzare o abbassare i vetri dei finestrini bisognava azionare una manovella. Dunque, abbiamo fatto io e il Comandante tutto il percorso da Milano a Monza abbassando i vetri dei finestrini appena arrivati ai semafori e poi alzandoli subito dopo la partenza (questi semafori non sono purtroppo sincronizzati malgrado le innumerevoli dichiarazioni delle autorità e i tanti impianti installati). Sia all’andata che al ritorno.

È stato bizzarro, la visita purtroppo è servita a poco, la trattativa con il cliente era ancora da lavorare, io sono andato per la prima volta della mia vita su una Aston Martin, il percorso ha richiesto attenzione per la manovra continua sui finestrini. Insomma, alla fine rimane l’avventura.

 

 

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