di Gianni Di Quattro

Lorenzo Santo, detto Renzo, fu assunto già ad un certo livello in Olivetti, era stato subito nominato dirigente per le sue precedenti esperienze di lavoro e per le sue conoscenze tecniche e professionali. Era una persona capace, simpatica a tratti, geloso delle sue cose e dei suoi pensieri, un po’ narcisista, amava in un gruppo essere considerato come un leader e non come uno uguale a tutti, facile all’ira e, infine, abbastanza permaloso. Divenne amico di tanti ed in particolare di Mario Faioni che conosceva da prima. Fu subito fatto direttore di Filiale, incarico che tenne per poco tempo per poi occuparsi di affari speciali e di contatti di alto livello per conto della Direzione da cui dipendeva direttamente e cioè da Elserino Piol.

Ad un certo punto Renzo decise di cambiare la sua auto. Quella che aveva era vecchia e poi lui aveva voglia di modernità, di avere un mezzo che rappresentava il meglio del mercato. Lo faceva sempre per ogni cosa, lui sapeva che poteva e doveva permetterselo. Per questo continuava a parlare a tutti del suo piano di cambiare auto cui dedicava parecchio del suo tempo libero e di come stava studiando su come orientarsi, raccontava le sue indagini, chiedeva pareri, esaminava proposte. Voleva una macchina grande, bella, potente, con tutta una serie di optional di livello, avanzata tecnologicamente, di rappresentanza, competitiva nel prezzo soprattutto rispetto a tante ipotesi di soluzioni straniere. Non dimenticava che lui si considerava un attento amministratore. Insomma, la sua ricerca era faticosa, la sua applicazione intensa, lui sapeva, per come era fatto, che la sua scelta una volta presa doveva essere inattaccabile da qualsiasi punto di vista. Sinceramente tutti in azienda eravamo un po’ stufi di continuare a parlare di auto e di confronti tecnici, economici ed estetici.

Ad un certo punto, comunque e finalmente, questa scelta fu fatta ed un giorno ci invitò a vedere la sua nuova auto: una Lancia Flavia. Adesso si intratteneva però lo stesso con tutti per magnificare la sua scelta, per spiegare quanto bella era l’auto e per dire quanto bravo era stato a fare questa scelta e che così vanno fatte le cose se poi si vogliono queste grandi soddisfazioni.  Da questo grande movimento di parole, di temi agitati e imposti a gente che non ne aveva voglia, nacque l’idea ad un gruppo di noi e principalmente a Mario Faioni che ne fu il coordinatore di sfruttare la Flavia, la meravigliosa Flavia per offrire a Renzo un giorno movimentato. Così come lui da tempo offriva a noi giorni movimentati per questa benedetta automobile.

Fu preparato un annuncio economico e fatto uscire di domenica sul Corriere della Sera che diceva che “causa immediato trasferimento all’estero vendo Flavia accessoriata, nuova di poche settimane, di colore blu alla metà del prezzo di listino se l’affare si conclude entro 24 ore. Telefonare a partire dalle 7,00 al numero…(numero di telefono di casa di Renzo)”.

Quella domenica per Renzo fu un vero calvario, le telefonate arrivavano a getto continuo e Renzo con sua moglie non avevano il tempo di smistarle e di spiegare che non era vero anche perché la gente che telefonava insisteva, nessuno accettava di essere scavalcato nell’affare ghiotto proposto.

Naturalmente il giorno dopo e per un po’ di tempo Renzo camminava bofonchiando improperi verso tutti anche verso coloro assolutamente estranei alla iniziativa. Uno spettacolo la sua ira che sembrava non finire mai. Devo dire che per la verità mai più Renzo ci venne a parlare di altri acquisti tecnologici e dei suoi criteri per studiare, scegliere e coinvolgere chiunque in questi tormentati percorsi.

 

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