di Gianni Di Quattro

La prima Direzione Marketing in Olivetti fu creata da Aurelio Peccei quando fu amministratore delegato per un periodo breve (fu mandato via dopo poco più di un anno per contrasti aziendali con Bruno Visentini che era il Presidente) e il primo direttore fu Elserino Piol. Una decisione importante di Peccei che capì subito la necessità di cominciare a bilanciare il potere della lobby eporediese (voleva anche trasferire la Direzione Operativa a Milano) e a prescindere individuò una mancanza strutturale e professionale importante. Piol cominciò con poche persone (ricordo Mario Unnia che poi lasciò presto per avviarsi verso la consulenza, Lorenzo Santo che fu il primo product manager della Programma 101 e che ne curò il lancio in America, Nick Lo Russo, Claudio Cardosi, Mario Becchi e altri) e rafforzò posizione ed organico, creando anche l’attività formalmente separata di Product Planning con Luigi Pistelli, quando divenne amministratore delegato Roberto Olivetti, pure se in coppia con Bruno Jarach (firme congiunte per mancanza di fiducia potrebbe sembrare, forse senza sbagliare). A proposito del pensiero di Aurelio Peccei, è strano come due amministratori provenienti da ambienti non Olivetti, come Peccei appunto e molto dopo Vittorio Cassoni, abbiano proposto senza successo di trasferire a Milano la Direzione Operativa dell’azienda lasciando ad Ivrea solo gli aspetti tecnici e produttivi, interessante considerazione credo (può aiutare a capire molte cose, capire come era il giro e la lotta per il potere).

Comunque nello splendido Palazzo Uffici di Ivrea il sesto piano, a parte un’ala riservata all’alta, anzi all’altissima Direzione, il resto era Marketing, per cui se qualcuno si presentava in portineria chiedendo del marketing veniva spedito al sesto piano. Gli amici che ci lavoravano ormai dicevano sesto piano solamente ed era sufficiente per fare capire dove lavoravano e cosa facevano.

Per molti anni il capo rimase Elserino Piol che lasciò l’incarico a Massimo Samaja solo quando fu inviato negli Stati Uniti, ma l’atmosfera del marketing Olivetti è stata creata da Piol che ne ha interpretato i compiti e le finalità e che ne era la rappresentazione fisica per tutti, interni od esterni all’azienda. Ed è rimasta la stessa anche con Samaja, forse solo un po’ più ordinata.

Al Marketing c’era chi vi lavorava istituzionalmente con incarichi precisi e con programmi che Piol creava, oppure da inventare, e da molti che ci passavano un po’ di tempo, anche persone di livello come direttori di consociata o altri manager provenienti dalla organizzazione italiana o dalle consociate. Perché quando avveniva qualche sostituzione per promozione o per inadeguatezza di qualcuno, questo qualcuno veniva fatto transitare dal marketing in attesa della sua destinazione definitiva.

Di conseguenza c’era al Marketing sempre un ambiente internazionale, anche per i continui contatti di ciascuno con le consociate, uno scambio continuo di esperienze professionali ed umane, un posto dove ciascuno si trovava a suo agio, dove ogni giorno tanti cercavano dove sedersi, come portare avanti l’incarico speciale che Piol gli aveva dato, dove trovare i dati, con chi parlare per capire e conoscere la situazione. Un ambiente unico, spericolato, innovativo, con tante relazioni, con la voglia di fare, con il piacere di farsi tanti amici, di organizzare cene e occasioni di incontro nella valle sfruttando il luogo, il cibo e la bellezza di tanti posti. Piol era riuscito a creare un laboratorio, lo aveva inventato e lo gestiva con tanta gente in gamba che passava, ci lavorava, se ne andava, tornava, sapeva con chi parlare per farsi aiutare, per conoscere, per valutare.

Credo si possa dire, senza tema di smentite, che il Marketing internazionale Olivetti ad Ivrea è stata una esperienza unica non solo in Olivetti ma penso anche nel nostro paese. Una originalissima visione diversa dalle tradizioni scolastiche del marketing o dalle esperienze delle aziende multinazionali impregnate di ricerche, di statistiche, di relazioni, di valutazioni e poco, molto poco, di partecipazione al mondo commerciale internazionale, al suo supporto, alla sua diretta interpretazione, ai contatti con le aziende e i protagonisti più significativi del settore.

 

 

 

 

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