di Sergio Ristuccia

Alla vigilia della fine della seconda guerra mondiale e del tracollo della dittatura fascista, Adriano Olivetti – imprenditore di successo che fu fra i maggiori protagonisti del “miracolo economico” degli anni cinquanta del secolo scorso – si impegnò alla costruzione di una democrazia autentica e rinnovata nel nostro paese.

Di qui il suo progetto istituzionale, minutamente disegnato, che partendo dalle comunità territoriali – unità di base della democrazia – giungeva alla proposta di una costituzione compiutamente federale. Nacque da questo impegno l’Ordine Politico delle Comunità. Intorno al progetto, Olivetti promosse dal 1945 fino alla sua morte nel 1960, un’intensa attività politica. Fondò il Movimento Comunità, di cui la rivista omonima fu l’organo principale, e creò intorno alla rivista le Edizioni di Comunità.

La sua fu una battaglia delle idee, ricca tuttavia di tentativi di alleanze concrete, piena di iniziative sociali sul territorio e infine neppure aliena da prove elettorali. Una battaglia che è parte integrante della storia del riformismo italiano più riflessivo e costruttivo, fondato su una cultura aggiornata delle scienze sociali, rigoroso nel perseguire il coinvolgimento reale delle comunità concrete dei cittadini.

La sua lezione va ripensata e rilanciata nel momento che il degrado della democrazia sembra prendere definitivamente la strada del populismo che semplifica e delega.

Marsilio Editori – 2009

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