Le comunità di olivettiani, coloro che sono stati compagni d’arme in tante battaglie industriali, commerciali, culturali, legati dal comune vincolo con quel nome “magico”, ma ancora in generale vivaci e attivi e non semplici sopravvissuti, sono per fortuna ancora relativamente numerose nel mondo.
Soltanto in Italia se ne contano almeno quattro o cinque. Idea: prima che il naturale e inesorabile avanzare del tempo ne assottigli le fila, perché non radunarle e cercare, nel nome dei comuni valori, terreni di collaborazione, di scambio di idee e di esperienze, di iniziative comuni? Tanto per cominciare, assolvendo alla funzione più bella dei senior (chiamiamoli così): attingere al proprio passato per trovare energie e valori da trasmettere alle nuove generazioni.

L’idea era ben chiara a noi di olivettiani.org, che però non avevamo in passato trovato grande riscontro. Ora ci ha pensato l’Associazione Spille d’Oro, che ha organizzato l’11 novembre scorso a Ivrea presso il Polo Universitario dell’Officina H un Convegno, dal titolo Olivetti: “In me non c’è che futuro” (una frase di Adriano), con l’intento dichiarato di farne “un ritrovo dei gruppi olivettiani che condividendo gli stessi ideali vogliono trasmetterli ai giovani”.

L’evento, cui ha collaborato Hever Edizioni e che è stato patrocinato dai Lions, ha visto sfilare olivettiana.it, olivettiani.org (per noi c’era Mauro Ballabeni) e Grazie Olivetti. Ai quali si è aggiunto Il Quinto Ampliamento, un movimento che intende promuovere un rinnovato modello di impresa richiamandosi ai valori Olivetti.

Nel raccontare la propria storia a la propria attività, ognuno dei gruppi ha mostrato di credere nel progetto alla base del convegno. Non sono mancati interventi e testimonianze di ex-olivettiani sul pensiero e le opere di Adriano, sulla gestione del personale, sulla comunicazione, sulla gestione delle attività commerciali e in particolare di una rete a copertura mondiale. E un intervento di architetti del territorio che hanno fatto anche riecheggiare la passone urbanistica di Adriano.

E’ stato anche presentato il libro “Olivetti. Una storia breve” di Giuseppe Silmo, vicepresidente Spille d’Oro, che ripercorre e rilegge la storia Olivetti, con testimonianze in prima persona.

Al convegno sono state affiancate due visite guidate: una nella pausa pranzo alle architetture olivettiane nelle vicinanze dell’Officina H (parte del MAAM, il museo all’aperto) e una a conclusione della giornata al Museo Tecnologic@mente.

La cosa che ha dato un’impronta decisiva e innovativa al convegno è stata la partecipazione attiva di studenti del Liceo Gramsci di Ivrea, che hanno presentato, in collaborazione coi loro insegnanti, tre deliziosi filmati: sulla storia di Adriano, su Talponia (chi si ricorda più che in realtà era l’ “Unità Residenziale Ovest”?) e su San Bernardino.

Questo, insieme alla loro attiva partecipazione in gran numero in platea e alla presenza di studenti universitari, ci ha fatto capire che il progetto di trasmettere i nostri valori ai giovani ha un futuro. Eccome se ce l’ha!

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